Per i bambini con una storia familiare di celiachia, sintomi come ansia, aggressività, disturbi del sonno e altri problemi comportamentali potrebbero segnalare che è arrivato il momento di fare il test per l’infiammazione cronica. È quanto affermano i risultati di uno studio condotto su bambini di 3 e 4 anni ad alto rischio di celiachia: le madri di bimbi di 3 anni con la malattia non diagnosticata hanno riferito sintomi psicologici più negativi nei loro figli rispetto alle madri di bambini con celiachia diagnosticata o di ragazzi che non avevano la malattia.
Lo studio
“Questo è il primo studio prospettico a essere in grado di rispondere alla domanda se i bambini con celiachia manifestino sintomi psicologici”, spiega l’autore senior del lavoro, Daniel Agardh di Malmö (Svezia). Precedenti studi avevano esaminato se il fatto che i genitori sapessero che il proprio figlio era positivo al test per l’autoimmunità CD (CDA) avesse un impatto sulla segnalazione dei sintomi fisici della malattia nel proprio figlio. L’attuale studio è il primo ad esaminare in che modo i sintomi psicologici sono stati segnalati dalle mamme prima di sapere che i loro figli avevano la CDA, notano gli autori su ‘Pediatrics’. Agardh e colleghi hanno analizzato i dati di uno studio internazionale disegnato per esaminare le cause ambientali del diabete di tipo 1 e della celiachia nei bambini con un rischio superiore alla media per queste malattia a causa della storia familiare. L’attuale studio ha incluso più di 4.000 bimbi in Stati Uniti, Finlandia, Germania e Svezia. I bambini sono stati arruolati da piccoli e hanno visitato le cliniche ogni tre mesi fino ai 4 anni, e poi due volte l’anno fino ai 15. Dopo i 2 anni di età, i bambini sono stati anche sottoposti a screening per anticorpi anti-transglutaminasi tissutale (TTGA) ogni anno. Oltre alle valutazioni cliniche, i ricercatori hanno chiesto se i bambini seguivano diete senza glutine, e genitori hanno risposto a questionari psicosociali quando i bambini avevano tra i 3 e i 4 anni e tra i 4 e i 5. Nel complesso, ci sono stati 66 bambini positivi alla CDA a circa 3,5 anni, ma le loro madri non erano ancora a conoscenza della diagnosi del figlio; 40 bambini positivi a 4,5 anni e altri 440 bambini avevano la malattia a 3 anni e i loro genitori ne erano a conoscenza.
Le conclusioni
I ricercatori hanno trovato che le madri che non erano a conoscenza della positività della CDA dei figli hanno osservato nei bambini più sintomi come ansia e depressione, comportamento aggressivo e problemi di sonno rispetto alle madri di bambini senza CDA e a quelle che ne conoscevano la diagnosi. A circa 4,5 anni, tuttavia, non vi era alcuna differenza nei sintomi psicologici riportati dalle madri indipendentemente dal fatto che fossero a conoscenza dello stato di malattia del loro bambino. Gli autori hanno concluso che bimbi più piccoli con meno capacità verbali possono avere più probabilità di agire in risposta ai sintomi fisici della CDA rispetto ai ragazzi po’ più grandi. Ed è possibile che una volta che le madri sanno che il loro bambino è positivo al test, si concentrino di più sui sintomi fisici della malattia e siano meno propense a riferire quelli psicologici. Agardh osserva che la celiachia è spesso mal diagnosticata nei bambini piccoli, perché i sintomi possono essere poco chiari. I risultati dello studio suggeriscono che i medici devono sospettare la celiachia nei bambini con sintomi vaghi che sono a rischio, ha aggiunto. Melissa Rifkin, una dietista del Montefiore Medical Center di New York ha osservato che lo studio ha rilevato che seguire una dieta priva di glutine non aveva alcuna associazione con il funzionamento psicologico dei bambini con celiachia. “I risultati si sono rari e inaspettati. Tuttavia, i fattori che possono aver contribuito a questo risultato sono legati alla durata della dieta priva di glutine che è stata seguita”, conclude l’esperta.
FONTE: Pediatrics 2017
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Nutri e Previeni)